La causa 


Il sig. X, previo appuntamento, si recava presso lo Studio Legale Basile in quanto veniva ritenuto responsabile dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento di aver abusato di una 19enne di origini straniere alla quale aveva scattato delle foto di nudo integrale.

La 19enne aveva presentato una denuncia, innescando un'indagine, scandita anche da un incidente probatorio.

Tutto sarebbe accaduto, secondo gli inquirenti, il giorno x in un casolare abbandonato nella zona della stazione ferroviaria di x. Teatro di un appuntamento, per un servizio fotografico, al quale l’uomo aveva invitato la ragazza. Lei aveva accettato, senza immaginare ciò che le sarebbe capitato. Ai carabinieri aveva infatti raccontato che lui, dopo averle riservato una serie di scatti che nelle sue intenzioni avrebbero dovuto esaltarne la bellezza, sarebbe passato alle vie di fatto. L'avrebbe immobilizzata alle spalle, costringendo la giovane, che aveva cercato di reagire assestandogli una gomitata ai genitali, a subire le sue voglie.

Addebiti sempre respinti dall’assistito dell’Avv. Iannotti dello Studio Basile, secondo il quale il rapporto sessuale sarebbe stato consumato consensualmente. Nessuna violenza, insomma. Al punto che l'aveva poi riaccompagnata a casa.

Diverse le contraddizioni della parte offesa durante i vari interrogatori, tanto che il Tribunale ha ritenuto di non poter porre le sue dichiarazioni a fondamento dell’affermazione della penale responsabilità dell’imputato.

Sul punto la giurisprudenza di legittimità è unanime nel ritenere che se dalle analisi previamente effettuate risulti inficiata la credibilità soggettiva del dichiarante e l’attendibilità intrinseca del suo racconto, sono inutilizzabili le dichiarazioni della persona offesa qualora risultino illogiche e inattendibili.Sono state queste le condizioni su cui si è fondato l’intero contradditorio dibattimentale fino ad aver smontato completamente le accuse di parte civile. A fronte di un lungo dibattimento, l’accusa chiedeva per il sig. X una condanna a 5 anni, ma il Tribunale, a seguito dell’attività difensiva condotta dall’Avv. Iannotti dello Studio Basile lo ha assolto con formula piena ex art. 530 comma 1 c.p.p.



Questo l'epilogo del processo e l'assoluzione dell'imputato: il fatto non sussiste.